E’ la base della nostra tradizione culinaria e di ogni dieta mediterranea, esalta i sapori con delicatezza ed è una delle cose che ci invidiano in tutto il mondo. Come condimento di una insalata, di una buona pasta o semplicemente su una fetta di pane fresco casereccio, nessun italiano che si rispetti rinuncerebbe ad un buon olio extravergine di oliva perché rappresenta la nostra storia ed è nel nostro DNA. La storia dell’olivo e della sua coltivazione ha radici che si perdono nella notte dei tempi. Le ricerche archeologiche più recenti hanno permesso di collocare la probabile nascita di questa pianta in Israele a seguito del ritrovamento di alcune tracce risalenti al V millennio a.C. ma è solo a partire dal VIII sec. a.C., con la colonizzazione greca dell’Italia meridionale, che la coltivazione dell’olivo fece la sua comparsa anche nella nostra penisola, dove non tardò a diffondersi. Il prezioso “oro verde” divenne ben presto un elemento trainante dell’intera economia e lo è ancora oggi grazie anche alla scoperta dei numerosi benefici nutrizionali ad esso associati. La posizione e il clima ideale del nostro paese ha favorito la coltivazione dell’olivo sopratutto nelle regioni centro meridionali incrementandone la produzione e sopratutto la qualità e le varietà. Fino a qualche decennio conoscere ed apprezzare tutte le qualità e le sfumature dell’olio d’oliva voleva dire essere proprietari di un frantoio o andare nei frantoi durante la spremitura delle olive per assistere alla trasformazione delle olive in olio; dalla raccolta alla spremitura. Oggi conoscere ma sopratutto riconoscere un olio d’oliva di qualità è importante e volte diventa una vera e propria esperienza multi sensoriale che coinvolge tutti i nostri 5 sensi, se poi viene fatta con un olio come l’olio extravergine d’oliva Clara diventa davvero speciale.
L’olio Clara è un blend nato dalla sapiente unione di varietà di olive tipiche della provincia di Fermo e Ascoli Piceno, e le varietà coltivate sono strettamente legate a quei territori: il piantone di Falerone, il piantone di Mogliano, il sargano di Fermo, la tenera Ascolana, la Raggia e molte altre fino a raggiungere le 20 varietà nel totale. Un “blend” che nasce dalla ragionata mescolanza di questi preziosi oli monovarietali biologici (alcuni dei quali a rischio di erosione genetica), che genera un olio che si apre al naso con eleganti sentori di pomodoro, erba fresca, mandorla e carciofo. Al gusto si mostra vellutato al palato con un leggero piccante sul finale. Non è stato semplice pensare ad una ricetta che potesse esaltare le mille sfumature dell’olio Clara ma poi mi sono ricordato di quando ero bambino, di quando i miei genitori mi portavano a prendere l’olio nel frantoio dello zio di mio padre in provincia di Teramo e di quanto mi piacesse mangiare il pane fresco appena bruscato con l’olio d’oliva; del profumo e del sapore che non mi faceva più smettere di volerne ancora. La bruschetta che vi propongo oggi non è quella classica ma dai sapori un po’ più decisi che unisce ricordi, tradizioni e anche un po’ sperimentazione.
Ingredienti
- Pane fatto in casa (con farina integrale bio) a proprio piacimento
- 500 gr di cicoria fresca
- olio extravergine di oliva Clara
- 2 spicchi d’aglio
- 1 burrata di Andria
Pulite la cicoria e sbollentatela in acqua salata per circa 5 minuti. In una padella fate soffriggere 2 spicchi d’aglio con olio d’oliva Clara e ripassate la cicoria aggiungendo sale a piacere. Tagliate il pane a fette, non troppo spesse e buscatelo facendo attenzione a non farlo bruciare. Disponete le fette di pane su di un vassoio e aggiungete la cicoria, la burrata e l’olio extravergine di oliva Clara. Impattate a vostro gusto e servite.
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